Monumenti - Comune di Casola Valsenio

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Monumenti

CENTRO STORICO: EDIFICI, LUOGHI E MONUMENTI

 

- Torre del Galbetto (sec. XV) : edificio dell'originario borgo medioevale, eretta da Antonio del Galbetto.
Situata nel centro del Paese, in Via Sorgente, è quanto resta della "Purtaza" o Porta di ingresso al paese. E' stata oggi riadattata ad abitazione privata ed è pertanto impossibile visitarla, ma va comunque ricordata essendo stato luogo di un primo tentativo di piegare i Guelfi Ceroni (famiglia storica casolana).

 

- Piazza Luigi Sasdelli:  la più antica piazza del paese, chiusa anche sul lato nord-ovest fino al 1957.
Un tempo chiamata "piazza dei Ceronesi", è attorniata da edifici sorretti da antichi portici (oggi in parte chiusi) sotto i quali si svolgeva, nell'Ottocneto, il mercato della seta. Oggi è il palcoscenico naturale per la rassegna teatrale "Casola è una Favola", ed il fulcro del Mercatino delle Erbe.

 

- Via G. Matteotti: antica strada su cui si affacciavano locande, osterie, botteghe, calzolerie. Si dirama da Piazza Sasdelli, giungendo fino alla Torre Civica e al "muraglione", dove è possibile avere una panoramica suggestiva sul fiume Senio.

 

- Torre Civica: detta dell'Orologio, era in origine il campanile dell'antica Chiesa di Santa Lucia, costruita tra il XIV e il XV secolo e appartenuta ai Domenicani. In seguito, l'ordine si spostò nella nuova Chiesa Arcipretale terminata nel 1559 e nel vicino convento dove trovò ospitalità fino al 1754. Nell'anno 1560 venne collocato l'orologio perchè i cittadini di Casola non vivessero a "beneficio di natura".

 

- Chiesa arcipretale dell'Assunta (sec. XVI): dedicata a Santa Maria Assunta, sorge lungo il ciglio che segue la riva sinistra del fiume. La Chiesa del XVI secolo fu costruita grazie ai frati domenicani insediatisi nel 1522: conserva pregevoli stucchi.

 

- Monumento ai Caduti (1923): opera bronzea di Cleto Tomba. Si trova nei Giardini Pubblici, in centro.

 

- Monumento ad Alfredo Oriani (1959): opera in bronzo di Angelo Biancini. Si trova nei Giardini Pubblici, in centro.

 

- Chiesa di S. Francesco detta dei Frati (1823), dell'architetto Pietro Tomba.

 

- Monumento al granatiere G. Nembrini: stele in ceramica di Leandro Lega. Si trova in Viale Neri.

 

- Giardini Pubblici: con un interessante fontana che crea giochi d'acqua a forma di spirale.

 

- Piazza Alfredo Oriani: altra importante piazza casolana, centro del mercato settimanale. Su di essa si affacciano la Chiesa del Convento delle Suore Dorotee ed il Palazzo Ungania, ora trasformato in albergo.

 

 

TORRE DI CERUNO

 

 

Raggiunta Casola Valsenio dopo aver percorso la SS 306; si deve abbandonare la via principale, Via Roma e imboccare la S.P. n° 63 in direzione Zattaglia. Dopo circa km 5,5 si lascia la provinciale per proseguire in direzione Settefonti. Al cimitero di Settefonti, noto come "crocicchio di Settefonti", si svolta a destra percorrendo per circa 4 Km. una strada sterrata.

Il Castello di Ceruno, sul monte omonimo, è storicamente legato alla famiglia dei Ceronesi, una potente stirpe di origine antichissima. Pare che la loro signoria abbia avuto inizio nel 774, quando Carlo Magno, venuto in Italia, fece dono ad un Cerone di buona parte della Valle. Sulla loro presenza intorno a Casola si intrecciano colorate leggende sature di intrepide gesta. Pare fossero di corporatura gigantesca ed abili nel maneggiare le armi. Nella dinastia dei Ceronesi si distinsero un certo Brunoro e suo figlio Raffaele, che nel 1523 difesero il Castello dagli Imolesi guidati da Guido Vaino e da Ramazzotto da Scaricalasino. Ebbene: due "inviati", si narra, dovettero darsela a precipitosa fuga, poiché Raffaele gettò contro loro grosse botti piene di sassi. Lo stesso Vaino nel corso della battaglia rimase coinvolto in una caduta da cavallo in località "Buratta"; il nome porta tutt'ora il nome di "Salto di vaino". La decadenza della signoria avvenne nel 1563, quando intervennero contro di essa ben due eserciti congiunti, uno mandato da papa Pio IV e l'altro dal Granduca di Toscana Cosimo dè Medici. Il castello fu messo a ferro e fuoco e tra le vittime ci fu il vincitore della battaglia delle botti: Raffaele da Ceruno.
Oggi di Ceruno è rimasta la Torre del XIV secolo. Recentemente restaurata con l'abitazione e la casa del colono è divenuta abitazione privata e non è quindi visitabile al pubblico. Accanto alla Torre, c'è una cappellina con un piccolo campanile a vela e nell'interno lo stemma in ceramica del casato. Si tratta del Castrum Ceruni, culla della "famiglia" dei Ceroni, che dominò la Valle del Senio fra i secoli XV e XVI.

 

 

VILLA TISA FERNIANI

 

 

Edificio sotto la tutela dei beni culturali:
Legge di tutela: 1089/1939
Dichiarazione dell'interesse culturale: Decreto 14/3/1986

Villa Tisa, le cui fondamenta risalgono ai primi secoli del millennio, sorse probabilmente come "Ospitale" per pellegrini della vicina abbazia Benedettina di Valsenio . L'edificio fu trasformato in villa nel '600. Circondata da un magnifico parco ricco di piante con un ampio sottotetto. E' disponibile per concerti, banchetti, colazioni all'aperto o forme di ristorazione di tipo agrituristico. Apertura da maggio a settembre.

Indirizzo:             Via Senio, 5 - Casola Valsenio (da Ravenna: Km. 65)
Proprietà:             Privata
Gestione:             M. T. Ferniani Paolucci (Via Barberia, 22 Bologna) - tel.: 051-332644 - 0546-73992 fax: 051-268607

 

Sala Congressi: 2 sale al piano terra. Attrezzature tecniche: la villa dispone di tavoli e sedie destinati all'attività di ristorazione. Allestimenti ed attrezzature per attività di altro tipo devono essere procurati all'esterno.

 

Altri spazi: Locali di appoggio; 20.000 mq di parco.